Rubrica di viaggi a cura di Maria Grazia Lombardo
Il paese del sole...
Benvenuti nel paese del sole!
APRICALE, si trova nella provincia di Bordighera, Imperia. E’ stato definito uno dei borghi più belli d’Italia sia per l’impatto mozzafiato che offre ai visitatori, salendo dalla Val di Nervia, sia per la meraviglia che si prova scoprendone ogni angolo più segreto. Sorge sulla sommità della collina è un mosaico di case costruite l’una addossata all’altra, un labirinto di caruggi e abitazioni dove spicca il castello, la chiesa e la torre campanile.
Il tempo sembra essersi fermato, conserva tutto il suo fascino di luogo dimenticato, tra campi terrazzati, ulivi boschi di querce e castagni.
I primi documenti risalgono al 1267, sono gli statuti più antichi della Liguria, legati alla costituzione in libero comune di Apricale, contengono norme di diritto penale, civile e amministrativo “CAPITULA FACTA ET EMENDATA”, tra queste le più curiose (cruente) riguardano le pene previste: si va dal taglio di una mano o di un piede per chi ruba il bestiame alla decapitazione dell’adultera, fino alla sepoltura dell’omicida (ancora vivo) con la sua vittima. A questo proposito da non perdere la CASA DEL BOIA dove nel 1200 risiedeva il Boia di Apricale, collocata nella strada maestra, si può trovare anche il poggia testa, dove venivano giustiziati i prigionieri dopo essere stati sottoposti a crudeli torture che avevano lo scopo di farli confessare. Quella torre di pietra, dalla quale venivano esposte per un giorno le teste dei giustiziati, è diventata ritrovo dei giochi dei bambini che, in passato, vi cercavano fantasmi e spiriti. Così come si è cercata la presenza della contessa CRISTINA ANNA BELLOMO, donna bellissima vissuta nel Borgo nei primi del Novecento e morta in modo violento, sfuggita al marito disonesto, arrivata alla Corte Romanov in Russia, tra intrighi politici. Pare sia stata uccisa dal marito stesso in un alone di mistero, la leggenda dice che il suo fantasma vaghi nel Castello della Lucertola.
La storia del paese ha inizio ufficialmente circa due secoli prima: la costruzione del castello, da parte dei Conti di Ventimiglia risale circa all’anno Mille. Il posto scelto è chiamato APRICUS, ovvero esposto al sole, intorno al castello si svilupperà il villaggio. Nel 1270 entrò a far parte del Feudo dei Doria di Dolceacqua, vi resterà per cinque secoli, passerà poi definitivamente nella Repubblica di Genova. Per vendicare la morte del fratello Luciano per mano di Bartolomeo Doria, Agostino Grimaldi distrusse, nel 1523, il castello costruito dai Signori locali a difesa del Paese. Nel settecento le difficoltà di Genova si rifletterono sul Borgo, guerre e crisi economiche ma anche gelate, siccità e carestie ne fecero il periodo più buio della sua storia fino all’occupazione francese nel 1794. Nel 1815 entra a far parte del Regno di Sardegna.
Nell’interno un bel polittico rinascimentale raffigurante la Madonna della Neve (tra i penitenti, vestito di rosso, è dipinto anche il committente) una tavola a olio mostra Sant’Antonio Abate, poco più in alto la parrocchiale della Natività di Maria di fondazione medievale ma ricostruita nell’800. Accanto alla chiesa è la scenografia quinta costituita da quel che resta degli spalti del Castello della Lucertola, della sezione inferiore di una torre circolare del XII secolo CASTELLO DELLA LUCERTOLA, il suo nome deriva dalla sua posizione esposta completamente al sole come una lucertola che si crogiola sotto i suoi raggi. Situato accanto alla Chiesa, ospita il MUSEO dedicato alla storia del borgo, numerose mostre temporanee e un bel giardino pensile. La visita comprende il piano rialzato, con sale dedicate ad Apricale (reperti archeologici, ricostruzioni, materiali fotografici, opere d’arte e cimeli) il salone del piano superiore è destinato alle mostre. All’interno del castello si possono visitare le stanze, una di queste è dedicata alla Contessa Cristina Anna Bellomo di cui vi ho già parlato.
La sua enogastronomia è simile agli altri paesi della Val Nervia tuttavia ha tipicità tutte sue vanto di secoli di tradizioni. Le PANSAROLE CON LO ZABAIONE (guai chiamarle Bugie!) dolce squisito da mangiare accompagnato dallo zabaione. L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA, prodotto con l’oliva taggiasca, è considerato da molti esperti il migliore del mondo. I BARBAGIUAI, grossi ravioli con un ripieno di zucca, formaggio, tuorlo d’uovo e maggiorana. Il CONIGLIO BRUSCAU, un modo particolare preparare il coniglio che viene rosolato con la sua pelle. La FIDELANZA, una pasta con salsiccia, pomodori ed erbe aromatiche.
Gli eventi sono molti specialmente in estate: IL TEATRO DELLA TOSSE nel mese di agosto, per circa due settimane, APRICALE diventa il palcoscenico di una rassegna teatrale che rappresenta le sue scene in ogni angolo del borgo medievale. SAGRA DELLE PANSAROLE, ogni anno l’8 settembre, festa della natività della Vergine Maria o la domenica successiva, nella piazza del paese, in una grossa padella, si friggono questi ottimi biscottini, noti altrove come “bugie” che si mangiano caldi o freddi immersi in una crema di zabaione. FALO’ IN PIAZZA gli abitanti del borgo hanno la tradizione di raccogliersi intorno al falò la notte di Natale intorno al Castello e le donne preparano lo zabaione caldo.
Termina qui il nostro viaggio alla prossima settimana.
Maria Grazia Lombardo
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