Rubrica di viaggio - Speciale Borghi più belli di Italia a cura di Maria Grazia Lombardo
Il gioiello dell'arte bizantina: BOVA
Un caro saluto a tutti voi!
Oggi andiamo a BOVA, in provincia di Reggio Calabria: è uno dei borghi più affascinanti, gioiello d’arte bizantina, normanna e medioevale, amato dai turisti e rinato grazie ai fondi dell’Unione Europea. Detto anche la “CALABRIA DEI GRECI”, è un piccolo paese situato all’estremo sud del versante ionico della Calabria, con meno di 500 abitanti si trova a 915 m. s.l.m. I Greci in questa zona crearono un importante insediamento, che fu poi abbandonato a favore della campagna per proteggersi dagli invasori.
Le sue origini sono legate a una leggenda che ha come protagonista la regina greca, Oichista: si narra che impresse l’impronta del suo piede sul punto più alto della roccia che sovrasta il borgo. Grazie al suo passato glorioso, per la presenza di un importante insediamento greco, Bova custodisce importanti ritrovamenti archeologici rinvenuti soprattutto in prossimità del Castello Normanno. I reperti risalgono al periodo neolitico, anche se le prime testimonianze sull’esistenza del paese sono databili ai primi anni del secondo millennio, nel periodo in cui i Normanni si imposero sugli Arabi e Bizantini in Sicilia e in Calabria.
Le stradine del centro sono strette e ripide, affiancate da palazzi costruiti in pietra e mattoni, arricchiti da importanti portali d’ingresso. Arrivati nella piazza principale, l’attenzione viene colpita da una LOCOMOTIVA Ansaldo Breda del 1911, un ornamento decisamente curioso, specialmente per un paese dove la ferrovia non è mai arrivata. Cosa simboleggi è discusso: c’è chi dice sia dedicata ai ferrovieri che hanno lavorato alla vicina ferrovia ionica, c’è chi sostiene sia una malinconica memoria di chi da Bova, a bordo di un treno, se ne è andato contribuendo al drastico calo della popolazione. Poco distante si può ammirare il PALAZZO DEI NESCI SANT’AGATA risalente al 1822.
Sempre nella piazza principale troviamo il MUNICIPIO, costruito su un precedente palazzo di cui rimane solo la cappella, attualmente adibita a Ufficio Turistico. Proseguendo incrociamo il SANTUARIO DI SAN LEO, le cui reliquie sono custodite all’interno di un’urna d’argento, sovrastata da un busto del Santo, anch’esso in argento. Altra statua del Santo si trova sull’altare, una bellissima opera in marmo di Rinaldo Bonanno, secondo alcuni, alla realizzazione ha partecipato anche il padre di Gian Lorenzo Bernini. Superata la chiesa si giunge al bellissimo PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE, il cui centro visite ha sede nel Palazzo Tuscano: qui si possono ammirare oltre 15 mila fossili e diversi reperti, a cui si aggiunge un laboratorio didattico. Attraverso alcune scalinate si giunge alla Rocca, i ruderi del CASTELLO NORMANNO e la TORRE PARCOPIA dominano il borgo e la vallata sottostante dell’Amendolea.
In parte scavato nella roccia, il Castello Normanno risale al secolo XI e sorge sulla cima del Monte Rotondo a circa 827 m. s.l.m., in posizione egemone sulla vallata sottostante. Le poche tracce che rimangono della struttura originaria, non sono sufficienti per ricostruire lo sviluppo planimetrico della pianta e nemmeno per datare e riconoscere le successive fasi costruttive di tutto l’impianto. Le fonti descrivono un imponente Castello fondato in epoca normanna e potenziato nel 1494 dagli Aragonesi. Alcune leggende narrano che la contessa MATILDE di CANOSSA lasciò la sua impronta su una roccia del castello. La fanciulla la cui impronta plantare avesse trovato corrispondenza con quella della contessa, avrebbe vista riconosciuta la sua discendenza dalla famiglia nobiliare.
Un’altra, racconta che l’orma appartenesse a una regina greca, se il piede di una fanciulla fosse combaciato perfettamente con quello della regina, la roccia si sarebbe aperta, regalando alla fortunata il tesoro custodito al suo interno. Ai piedi della Rocca si erge la cattedrale SANTA MARIA DELL’ISODIA dove è custodito un bellissimo capolavoro rinascimentale, LA MADONNA CON BAMBINO di Rinaldo Bonanno del 1584. Di origine normanna è stata riedificata tra la fine del XVII e l’inizio del XIX su preesistente chiesa bizantina.
CHIESA DELLO SPIRITO SANTO: (sec. XVII) ex Chiesa Santa Caterina è a pianta rettangolare a unica navata con abside e due cappelle laterali, ha forme semplici e austere. Il portale è in pietra con intagli in stile tardo rinascimento, sulla sovrastante trabeazione è impostato il timpano curvilineo datato 1622. Sull’altare maggiore in marmi intarsiati era collocata la statua marmorea della Madonna con il Bambino, oggi conservata nella nuova Chiesa di Santa Caterina.
CHIESA DI SAN ROCCO: di piccole dimensioni, risalente al termine del secolo XVI durante una terribile pestilenza. La facciata è di tipo mono fastigata con il bel portale al centro realizzato con pietra intagliata decorato da motivi alle paraste e al centro dell’architrave. Sulla sommità si trova lo stemma vescovile. All’interno si presenta come una chiesa a singola navata con abside semicircolare e arco a tutto sesto. Il soffitto è in legno con rosone dipinto. Nel settecento questa chiesa rivestiva una modesta importanza. Nel 1783 e nel 1908 il santuario venne danneggiato da eventi sismici che resero indispensabili lavori di restauro nel 1975, furono rifatte le coperture.
Si possono visitare due importanti musei: il MUSEO DELLA LINGUA GRECANICA dedicato a Gerhard Rohlfs, noto linguista tedesco, il MUSEO CIVICO DI PALEONTOLOGIA E SCIENZE NATURALI DELL’ASPROMONTE. Nell’antico quartiere Rao, vicino alla piazza comunale, si trova il MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA: un museo a cielo aperto che si snoda tra i vicoli del borgo e permette di osservare strumenti antichi, torchi, mulini ad acqua e altri oggetti appartenenti agli usi contadini dei tempi che furono. Non si può lasciare il paese senza essersi affacciati alla celebre BALCONATA DI BOVA, un entusiasmante punto panoramico dal quale è possibile ammirare l’arco costiero poco distante.
Tra gli eventi, due sono molto importanti: uno si tiene durante la processione della domenica delle Palme, è quello delle PUPAZZE, figure femminili realizzate con foglie di ulivo intrecciate, adornate con fiori e frutta. Queste vengono portate in processione dalla chiesa dello Spirito Santo, per tutto il paese, fino alla chiesa di San Leo. A conclusione della processione viene celebrata la messa nella cattedrale e le Pupazze vengono portate in piazza, smembrate e distribuite ai fedeli che conservano questi pezzi fino all’anno seguente. L’altra festa è quella di SAN LEO che si tiene il 4 e il 5 maggio: il pomeriggio del 4 il busto del Santo è portato in processione dal Santuario per le vie del paese fino alla cattedrale dell’Isodia, dove rimane tutta la notte. Il giorno seguente dopo la celebrazione liturgica del Vescovo, il Santo viene portato in processione a spalla dai fedeli attraverso le vie del borgo e infine raggiunge il Santuario di San Leo. Altra manifestazione è il PALEARIZA, festival etno -culturale – musicale che promuove usi e costumi tradizionali, in scena nel mese di agosto.
La cucina tipica di Bova ha sapori di montagna e la rusticità della gastronomia di derivazione contadina. Tra le più famose ricette troviamo: “I MACCARUNI”, pasta casereccia servita con ragù di polpette o sugo di capra, cosparsa di ricotta salata. “I TAGGHIARINI CU LI CICIRI”, pasta casereccia con ceci aromatizzati all’alloro. “PRUPPETTI DI RICOTTA” cotte nel sugo di pomodoro e aromatizzate al pecorino. Le “STOPITTE” o PITTE VELOCI, sfoglie senza lievito fritte in olio di oliva. Le “ZIPPOLE” pasta lievitata filante attorcigliata qualche volta con un pezzo di acciuga e fritta in olio d’oliva. Il tutto accompagnato da vino IGT di Palizzi e i Liquori al bergamotto.
Arrivederci alla prossima settimana.
Maria Grazia Lombardo
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Maria Grazia Lombardo
Per il lavoro non poteva concedersi molti viaggi, ma raggiunta la pensione insieme a suo marito Vittorio, scoprono quanto sia bello viaggiare. Insieme sono diventati viaggiatori incalliti alla ricerca di Borghi italiani.
"Adoriamo viaggiare in libertà, alla ricerca dei Borghi più belli di Italia, e non solo, siamo alla ricerca di storie, origini e leggende legate ai posti che visitiamo. "
Questa passione, Maria Grazia ce la trasmette scrivendo per il Blog "Love you Toscana" con la rubrica: "Amici di viaggio - speciale Borghi più belli di Italia" di cui ne è l'Autrice.
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