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Amici di viaggio

Rubrica di viaggio a cura di Anna Meola

Buenos días Argentina!

Articolo in collaborazione con Maria Caruso (Marilù) e Giulia Galli


L'Argentina mi ha sempre affascinato. Forse perché in casa ne sentivo parlare dai racconti di mia mamma; mio nonno quando navigava, spesso attraccava con la nave nel porto di Buenos Aires.

Sotto questo aspetto è nato il mio legame con l'Argentina, ma soprattutto con Buenos Aires perché rappresentava momenti di vita del mio "nonnino".

Raccontava che Buenos Aires vanta viali alberati che si snodano tra edifici ottocenteschi, rioni vivaci e quartieri notturni.

Buenos Aires significa venti deboli, o letteralmente arie buone, in spagnolo e questo mi da un senso di libertà, spensieratezza.

Ma c'è un'altra cosa fondamentale - per me - che mi avvicina a questa terra: il quartiere della Boca.


La Boca (A Bocca/a) in lingua ligure è un barrio (quartiere) di 46.494 abitanti di Buenos Aires, capitale dell'Argentina. Deve il suo nome al fatto di sorgere alla foce (in spagnolo: boca) del Riachuelo nel Río de la Plata. Sorto come porto fluviale nella prima metà del XIX secolo, La Boca è caratterizzata da una forte impronta italiana, in particolar modo ligure, che ne ha influenzato gli aspetti storico-culturali. Oggigiorno è uno dei quartieri più celebri e visitati della capitale argentina. Molti di voi mi conosco, pertanto avranno già capito perché La Boca mi sta particolarmente a cuore: c'è l'impronta dei genovesi!

Purtroppo non sono ancora stata in Argentina, ma chi vi è andato, mi ha raccontato che i colori dei palazzi della Boca, ricordano molto i nostri della Riviera ligure.

Al tempo coloniale La Boca era una zona di grandi baracche per gli schiavi di colore ma, alla fine dell'Ottocento, fu popolata soprattutto da immigrati genovesi che le hanno dato l'aspetto attuale.


Ma lasciamo la parola a chi - questa bellissima terra - l'ha visitata.

Giulia Galli viaggiatrice per scelta una Tester Hunter, ci racconta la sua esperienza:

"Ho vissuto in Argentina, anzi a Buenos Aires, che non è la stessa cosa, quasi per due anni, non consecutivi, e se ne avessi l’occasione la sceglierei di nuovo come meta.

Ho deciso di collaborare a questo articolo, per spiegare brevemente cosa mi lega tanto ad una città, situata nell'estremo opposto della Terra rispetto alla mia città natale e che

sembrerebbe non avere nulla in comune con le mie origini e con la mia amatissima Italia… niente di più sbagliato!

Voglio essere sintetica, ma mirata.

In serbo con me, ho 5 motivi per cui mi sento legata a Buenos Aires.

1. La cultura

Tra i primi del ‘900 e la fine della seconda guerra mondiale, moltissimi italiani sono emigrati in Argentina. Oggi gli argentini di origine italiana rappresentano il primo gruppo etnico del paese sudamericano con 20/25 milioni di persone, più del 50% della popolazione totale! Questo significa che gli italiani, qui affettuosamente denominati tanos (dal termine “napole-tano”), hanno importato i loro usi e costumi, la cucina, la passione per il calcio e per lo stare in famiglia, i pranzi domenicali dalla nonna che non finiscono mai, le festività…

2. Il mix culturale

Proprio perché si tratta di un Paese costruito dagli immigrati, soprattutto italiani e spagnoli, l’Argentina è abituata ad accogliere nuove popolazioni, questo ha creato un arricchimento culturale, etnico e religioso incredibile.

3. Le strade di Buenos Aires tienen ese qué se yo

Da alcuni è stata definita la Parigi del Sudamerica, in realtà secondo me Buenos Aires ha un po’ di tutte le città europee e allo stesso tempo non somiglia a nessuna in particolare, è originalissima nel suo paesaggio urbano, forse per la completa mancanza di pianificazione.

4. L'offerta culturale

Una delle cose che più mi ha colpito di Buenos Aires è la vastissima offerta di spettacoli teatrali, senza dubbio Buenos Aires non ha nulla da invidiare alle altre grandi capitali culturali del mondo come New York o Londra. Le luci di Avenida Corrientes, la Broadway sudamericana, si accendono tutte le sere insieme agli schermi giganti che pubblicizzano i vari spettacoli di tutti i generi!

5. La pizza (del Cuartito), le empanadas...

Gli argentini amano mangiare, forse eredità degli avi italiani, ma non solo, amano il mangiare insieme, il famoso “asado” (grigliata) della domenica, non è un semplice pranzo, è una festa in cui tutta la famiglia si riunisce, ci si siede a tavola a mezzogiorno e non ci si alza fin quando non è terminato l’ultimo giro di mate, la tipica bevanda che si condivide, di solito circa quattro o cinque ore più tardi.

Ah... ricordate questo: quando un argentino ti invita a prendere un caffè o a “merendar” come si dice qui, assicurati di avere tutto il pomeriggio libero perché stai pur certo che starai seduto in un bar a chiacchierare per almeno un paio d’ore.

Aggiungo ancora che Buenos Aires è la città che non dorme mai, il mondo dei giovani e infine c'è l'arte dell'arrangiarsi. Probabilmente è stata inventata proprio da queste parti; qui sono abituati a vivere sull'orlo del precipizio...

Purtroppo in poche righe non posso spiegarvi bene Buenos Aires... è una città che va vissuta, ma una buona idea ve l'ho data.

Per comprenderne il fascino bisogna viverla, tenerle pazienza, magari qualche volta può capitare di litigarci un po’ e si può pensare anche di lasciarla, ma alla fine, come dice anche un famoso tango,“siempre se vuelve a Buenos Aires”, si ritorna sempre a Buenos Aires."

- Giulia Galli -


Giulia ci ha salutati introducendo l'ultimo motivo per cui sono affascinata da questa terra: il tango!

E qui lascio la parola ad una cara amica che il tango te lo fa vivere in tutte le sue sfaccettature e che lo balla in modo divino:

Maria Caurso in Arte Mariù

"Il Tango rappresenta la storia e la cultura dell’Argentina e racconta i sentimenti eterni come la malinconia, la nostalgia, la sensualità, la passione, la rabbia. Esso non è solo una musica che si balla, ma rappresenta uno stile di vita, una filosofia e un modo di sentire l’esistenza da parte della popolazione in senso generale. La musica nel tango si accosta alle parole che affrontano temi profondi, ma sempre attuali, quali la vita, il tempo, l’amore e la morte quali emozioni e sentimenti provati dalla totalità degli esseri umani.

Chi ama il Tango Argentino può esprimere la propria passione ballando, scrivendo, fotografando, componendo musica oppure cantando. Sono tutte forme attraverso le quali corpo e mente avvertono emozioni e sensazioni utilizzando i cinque sensi, ma non solo. L’essere umano, infatti, si avvale anche del sesto senso inteso come intuizione quando percepisce l’intenzione del partner prima ancora di vederlo muovere tra le sue braccia e del settimo senso. Quest’ultimo rappresenta la chiave di lettura che interpreta se il nostro corpo senziente è armonicamente in equilibrio psichico nel ballare questa danza coinvolgente e appassionante."

- Marilù -


Sono sicura che un giorno riuscirò ad andare a Buenos Aires e vivrò tutte queste emozioni di cui abbiamo parlato oggi, nel frattempo prendetene anche voi un buon assaggio.

Hasta la vista... Buenos Aires!


Anna Meola


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