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Scrivere è vivere...

Rubrica di scrittura a cura di Anna Meola

Quando narriamo, è meglio scegliere la prima oppure la terza persona?


Carissimi amici di penna, ben ritrovati!

Vi è mai capitato di bloccarvi proprio all'inizio della narrazione, dinanzi al foglio bianco, in preda alla scelta se usare la prima o la terza persona?

A prescindere da una buona scelta verbale, qual è la differenza tra una e l'altra?

Si predilige una piuttosto che l'altra, in quanto più corretta?


Spesso la nostra scelta è inconscia in quanto istintiva, oppure - sempre inconsciamente - preferiamo l'una all'altra, perché ci lavoriamo meglio e la utilizziamo con più facilità; quasi non osiamo avvicinarci alla differente.

In questo articolo approfondiremo i motivi che portano alla scelta della persona ed esaminiamo insieme come utilizzarle.


LA PRIMA PERSONA


La prima persona si utilizza per stare più vicino al personaggio, per entrare nei suoi panni e raccontare la storia con i suoi occhi. Pertanto è molto importante che ogni descrizione sia fatta correttamente attraverso il personaggio che esprimerà pensieri sugli accaduti, le emozioni, i ricordi le sensazioni provate.

Attenzione a non scrivere scene ASETTICHE!

Altro aspetto molto importante: la prima persona conosce SOLO quello che gli succede o ne viene a conoscenza.


Ecco un errore molto comune, che purtroppo potrebbe capitare; leggiamo insieme questa frase...


Incontrai Giacomo e mi propose di bere insieme un caffè. Era nervoso e portava spesso lo sguardo sul pavimento; intuii dovesse parlarmi. Ne ero certa: Giacomo doveva confessarmi qualche cosa che lo turbava. (Fino a qui possiamo affermare essere deduzioni del narratore). Pensava a quello che aveva appena fatto e non riusciva a darsi pace. (ERRORE! Il narratore non può sapere cosa stia pensando Giacomo. Questo si può evitare con facilità, anche a livello intuitivo.)

Siccome il narratore in prima persona può riferire solo ciò che conosce, potrebbero nascere problemi nel far progredire la trama. Non tutte le trame infatti, sono adatte a questo punto di vista.

Un altro aspetto importante - da non sottovalutare - è il NON RACCONTARE proprio tutto anche se stiamo usando il punto di vista del nostro personaggio. Lasciamo sempre al lettore - pure dandogli molte informazioni - l'immaginazione!

Ricordate: le descrizioni in prima persona devono solo appartenere al vostro personaggio e a nessun'altro. Se tutto questo slitta su di un altro, forse è il caso di rivederla.


LA TERZA PERSONA


La terza persona permette una narrazione più asettica, meno legata al personaggio. Quando la utilizziamo immaginate che ci sia un narratore esterno pronto a raccontare le vicissitudini dei personaggi, che entrando e uscendo dalla testa dei protagonisti come e quando vuole, viaggia nello spazio e nel tempo.

L'utilizzo della terza persona permette molte libertà. Abbiamo la possibilità di dare l'impressione che lo scritto sia concentrato su fatti e prove e non solo su opinioni personali.

MA ATTENZIONE: usa i pronomi corretti. La terza persona si riferisce - abbiamo detto - a un narratore esterno. Ricordati di citare i personaggi per nome oppure usa i pronomi in terza persona (lui, egli, esso, sé (stesso), ella, essa, loro eccetera).

Un aspetto non permesso quando si utilizza la terza persona, è l'utilizzo di un commento come narratore.

Eccovi un esempio...


Giovanna non era molto bella, di statura bassa e si comportava come un'oca. Infatti tutti i ragazzi della scuola la prendevano in giro perché faceva ribrezzo.

Questo tipo di frasi perché non si permettono in terza persona?

Perché esprimono un giudizio. Voi siete un narratore esterno, imparziali e non potete permettervi di giudicare e prendere posizione come invece, quando utilizzate la prima persona. Essa vi consente di dare qualsiasi giudizio perché alla fine rispecchia ciò che pensa il personaggio di cui fate megafono.

Se Giovanna è un'oca - un fatto soggettivo - e se i ragazzi la trovano orrenda, non siete voi a doverlo stabilire, ma lasciate spazio al lettore in quanto è unicamente compito suo!

Se siete autori alla quale piacere esprimere giudizi che possano rispecchiare il vostro pensiero oppure quello del vostro personaggio, allora valutate seriamente l'utilizzo della prima persona, anche nel caso in cui sentite il bisogno di scavare nei pensieri del personaggio.

In conclusione scegliere alle volte non è semplice.

Potrebbe anche capitare che nel mezzo della stesura di un romanzo, l'utilizzo di un'altra persona, sarebbe stata una scelta più idonea.

Se così fosse, non preoccupatevi e portate la narrazione alla persona che desiderate. Ma attenzione, assicuratevi di non incappare nei tranelli che essa contiene!

Voglio sollevarvi una particolarità, prima di salutarci...

Narrare in seconda persona si può?

Viene usata molto poco, ma non è male! Potete rivolgervi al lettore oppure proprio a un personaggio della storia, ma occhio: è una scelta di stile molto molto particolare.

Dà la sensazione che il narratore tiri fuori tutto quello che deve dire, senza pensare al lettore...

E voi, quale persona prediligete?

Avete voglia di raccontarmi le vostre esperienze?


Anna Meola

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